Nelle giornate di sabato 30 giugno e domenica 03 luglio hanno sfilato alla Torino Fashion Week i Modest Fashion Designer.
Grazie all’IFDC (Islamic Fashion and Design Council) sono stati selezionati e invitati a partecipare alla TFW, evento torinese ormai giunto alla sua terza edizione.
Per Modest Fashion si intende principalmente una moda rivolta al tutte quelle donne, islamiche e non che desiderano mantenere il loro corpo coperto nel pieno rispetto delle norme coraniche. Quello che forse non tutti sanno è che ad oggi l’ abaya (vale a dire la lunga tunica che lascia scoperto solo capo, mani e piedi) e l’hijab (ovvero il velo che lascia scoperto il viso) non sono più solo ed esclusivamente neri, bianchi, cremisi ma si sono tinti di colori vivacie e fantasie glam. Anche se in alcuni Paesi come l’Iran e l’Arabia Saudita è d’obbligo per le donne celarsi sotto un manto nero (niqab) che lascia scoperti soltanto gli occhi, in altri Paesi come gli Emirati Arabi e il Kuwait la norma coranica è vissuta ancora in maniera meno rigida, in una fusione di stili e di moda in cui il Medio Oriente incontra l’Occidente. Ed ecco infatti una moda che stupisce, sì perché solo ad immaginarsela non ci si aspetta un granché… condizionati da preconcetti triti e ritriti, ma purtroppo abbastanza radicati nelle nostre menti.
Invece, la sorpresa! Gioia, entusiasmo, colori sgargianti, tessuti ricchi e sfarzosi… una moda che stupisce!
Ecco i 3 vincitori della serata:
1°classificato:
Fadzil Hadin, stilista del brand Chantique (Dubai): nasce come architetto d’interni e, dice lui, dal creare i moodboard degli arredi interni a quelli per la moda, il passo è breve. Si ispira principalmente ai fiori di Brunei, il suo paese di origine anche se ora vive a Dubai.
2°classificato:
Bow Boutique (Saudi Arabia): vince il secondo posto con una moda dallo stile femminile e sensuale, la sua donna è una donna forte che non si copre per paura o perché è costretta. L’atto di nascondere il proprio corpo, ci spiega la stilista, diventa POTERE: la forza di chi non ha bisogno di esibirsi per esprimersi e che ha in sé la possibilità di scegliere a chi svelarsi completamente.
3°classificato:
Carmen Mohammed del brand Mali Rose (USA): nasce come piccola star danzante di Hollywood, e all’improvviso verso i 16 anni decide di convertirsi dal cattolicesimo alla religione islamica; da qui l’esigenza di creare abiti “modest” per andare in scena ed esibirsi, rimanendo se stessa, ma seguendo le linee guida della religione, ecco quindi nascere questa linea di abiti pensati per le bambine. Questa donna ci parla dei sacrifici fatti per arrivare alla TFW e di bellezza: la bellezza della moda e dell’arte, la possibilità quella del mondo Fashion di avvicinare tutte le persone, di abbattere le barriere in nome della creatività.
Anche se non classificata Diana Rikasari, ideatrice di Schmiley Mo (Indonesia), colpisce per la sua giovane età, per i suoi 225 MILA follower e soprattutto per il suo concetto di moda: “Vorrei che chi indossa i miei abiti si sentisse forte e imbattibile, come un supereroe.” Uno stile fatto di ironia e provocazioni, sempre “modest” perché rispettoso dei canoni religiosi, ma assolutamente divertente e fuori dagli schemi.
“Modest” per assonanza con modesto, mi faceva pensare ad una moda un po’ noiosa, mi aspettavo una moda fatta di pastrani lunghi e larghi in cui il corpo viene semplicemente nascosto. Invece, ammetto di aver visto delle collezioni che mi hanno stupita. A quanto pare le costrizioni non sono negli abiti, ma nelle menti di chi li indossa.
Questi stilisti, ognuno con il proprio stile, parlano di libertà e integrazione allo stesso tempo.
La libertà di essere se stessi e la voglia di integrarsi con l’occidente.
photos by Davide Correndo
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